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SEM e SEO, discipline sorelle, spesso a braccetto, a volte confuse e altrettanto spesso oggetto di dubbi al momento di mettere in piedi una campagna di web marketing, hanno delle precise regole da assecondare, delle preferenze da seguire, degli strumenti da utilizzare.

Chi intenda puntare su una migliore autorevolezza e sulla quanto più possibile vasta diffusione del proprio brand è chiamato a discriminare l’utilizzo degli strumenti messi a disposizione dai motori di ricerca. Questi, infatti, sono molteplici e svariati nelle loro applicazioni e nelle loro project synergies.

E allora, puntiamo sul riconoscimento da parte degli utenti, facciamoci notare, catturiamo la loro attenzione. Facciamolo in maniera mirata, con competenza e pertinenza: in gioco c’è la sopravvivenza del nostro business.

Ecco, allo scopo, alcune ottime strategie che, se ben sfruttate, potranno senz’altro aiutarci ad utilizzare al meglio la SEM per rafforzare la nostra brand awareness.

 

Basiamo la SEM su contenuti locali pertinenti

La gestione delle campagne pubblicitarie e dei risultati a pagamento sui motori di ricerca, detta con un semplice acronimo, SEM, in un territorio geografico abbastanza vasto come il nostro, non è certo cosa facile. Sfruttiamo, dunque, al massimo la localizzazione. Ecco il segreto numero uno.

Per farlo, in primis dobbiamo andare a creare una nuova campagna con un audience specifico, selezionato proprio in base alla località geografica, oltre che alla tipologia di utente.

Sembra proprio che la SEM abbia ancora tanto da imparare dall’advertising offline e tradizionale: la possibilità di definire in maniera così raffinata il target, unita alla richiesta di rilevanza e pertinenza da parte degli utenti, impone, a chi mette in atto queste strategie, di andarsi a concentrare costantemente sul target puntando prima di tutto sul “locale”.

Collegamenti e bunner su siti, appunto locali, poi, possono davvero dire tanto in termini di migliore presenza organica e di più alto traffico locale di riferimento.

Adotta insieme le strategie “Push” e “Pull”

Le attività pay per click sono davvero molteplici.

Tuttavia, al fine di ottimizzarle al meglio nella pianificazione delle attività SEM, è bene comprendere le differenze tra le campagne search e quelle display.

Ciò che le distingue è l’approccio tenuto verso l’utente: nelle prime questo è di tipo “pull”, nelle secondo è di tipo “push”. Cosa vuol dire esattamente?

Nelle campagne search l’utente visualizza l’annuncio come risposta ad una propria ricerca.

Nelle campagne display la pubblicità, invece, viene “spinta” verso di lui nei momenti della navigazione più disparati, quindi, mentre visualizza un video, legge le email, mentre naviga sul web, etc.

Ebbene, è consigliabile avvalersi di entrambe le tipologie: una campagna priva dei banner e della creatività ad hoc tipiche delle campagne display non ha molto senso.

Stesso dicasi, ovviamente, per una campagna SEM che non tenga conto dei riscontri pertinenti che vengono fuori da ogni singola ricerca sui motori. Tutto molto chiaro, non è vero?

Massimizzare gli investimenti per ottenere un elevato tasso di conversioni degli utenti in clienti è l’obiettivo principe di ogni campagna di SEM che si rispetti.

L’utilizzo di questi suggerimenti possono davvero condurre alla creazione di un marchio locale forte e così fornire una solida base per migliorare il ROI e raggiungere un ventaglio di visitatori vasto e specifico.

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